La cosmesi solare, il lato oscuro dell’estate

La cosmesi solare è un mercato estivo milionario, responsabile ogni anno di riversare nell’ambiente tonnellate di sostanze pericolose e rifiuti che irreversibilmente inquinano l’ecosistema marino; ti sei mai chiesto: “se una sostanza è dannosa per gli organismi marini, può essere sicura per me?” La risposta: certo che NO!

Vogliamo provare qui a delineare le fila di questa problematica, conseguente all’uso di prodotti cosmetici solari, portando avanti un parallelismo tra uomo e ambiente con il denominatore comune dell’inquinamento, per capire come possiamo noi tutti compiere scelte più consapevoli ed etiche a tutela nostra e dell’ecosistema.

Alcuni ingredienti sono difficilmente biodegradabili, alcuni filtri sono tossici e le microplastiche creano danni alla salute; questi effetti negativi si ripercuotono sia sull’ambiente che sull’uomo! Faremo un focus principalmente su:

  • Ingredienti –> composizione e etichette prodotti cosmesi solare
  • Filtro UV –> Tipologia di protezione raggi UV usati in cosmesi solare

inquinamento da cosmesi solare

Gli ingredienti della cosmesi solare

🧍🏼La composizione, quindi gli ingredienti di cui il prodotto è composto sono di fondamentale importanza per stabilire, oltre che le qualità cosmetiche, anche le qualità del prodotto sia in termini di sicurezza per l’ambiente che per l’uomo.

Se è vero da una parte che l’Ecobeauty è sempre più di tendenza, è altrettanto vero che gli scaffali sono ancora pieni di prodotti solari contenenti ingredienti dannosi, formulati da sostanze chimiche, artificiali e sintetiche, altamente nocive che possono addirittura provocare patologie dermatologiche anche gravi, alcuni dei quali sono classificati come cancerogeni per la salute (cancerogeni di classe II).

Parliamo di:

  • Siliconi (-thicone -iloxane -silanoil)
  • Petrolati, paraffine (Petrolatum, Paraffinum L, Vaselina,Min. oil, Propilene gricol, Isopropyl )
  • Microplastica (polimeri plastici)
  • Profumi e fragranze (Tricolosan)

Queste sostanze sono occlusive, una volta cosparse sulla pelle non ne permettono la naturale traspirazione ed essendo tendenzialmente sostanze aggressive posso causare sensibilizzazione, intolleranze ed allergie cutanee, fino nei casi più gravi, in cui riescono a penetrare l’epidermide raggiungendo il sangue, arrivando ad interferire addirittura con il sistema endocrino. Inoltre, le formulazioni contengono un mix di queste sostanze la cui addizione è necessaria per rendere le formulazioni altamente spalmabili, facilmente assorbibili, non appiccicose, super profumate, caratteristiche che fanno precipitare inesorabilmente il grado di tollerabilità cutanea, aumentando invece la potenziale pericolosità.

🏝️ Ci pensiamo sempre troppo poco, ma queste sostanze vengono facilmente disperse nell’ambiente contribuendo a compromettere l’ecosistema marino; queste sostanze nocive compongono l’inci dei solari e una volta che noi le utilizziamo e poi troviamo refrigerio in acqua, le creme, gli oli o le lozioni tendono a dilavarsi, a disperdersi per poi depositarsi nei mari… ti è mai capitato di notare sulla superficie del mare affollato, per esempio, una strana patina opaca a volte oleosa?

Hai mai sentito parlare di BIOACCUMULO?

Bene, quelli sono i residui dispersi ed agglomerati delle creme solari dei vari bagnanti, sono i residui superficiali che riaffiorano, e ne esistono altrettanti sparsi nelle acque. Il problema sta nella bio-degradabilità, più precisamente nel grado di degradabilità delle sostanze disperse, cioè quanto tempo occorre perché una determinata sostanza una volta dispersa nell’ambiente venga decomposta e rielaborata, diventando via via meno inquinante.


Tutto ciò che usiamo per la nostra cura estetica e della salute, come prodotti cosmetici e farmaceutici, finisce nei nostri mari[…]

In particolare, le creme solari vengono rilasciate in mare direttamente, soprattutto nel periodo estivo quando i turisti affollano le spiagge. Si tratta di un pericolo rilevante per gli ecosistemi marini sia perché le creme solari possono essere nocive per molti organismi che popolano il Mar Mediterraneo sia perché possono determinare lo sbiancamento delle scogliere coralline tropicali.”

— CINZIA CORINALDESI  —        
Top expert mondiale in “Oceans and Seas” | Italia

da: Beauty Horizons – LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DEI PRODOTTI SOLARI


I filtri UV

🏝️🧍🏼I principali indiziati, colpevoli dei maggiori danni alla salute dell’uomo e dell’ecosistema marino sono i filtri UV chimici, sostanze che proteggono la pelle dai danni dei raggi solari a che è stato dimostrato possono avere conseguenze molto pericolose e recare danni molto significativi. Sotto accusa principalmente oxybenzone e octinoxate, contenuti nei più comuni filtri solari.

Molti studi sono stati condotti per verificare la pericolosità delle sostanze disperse in mare e già nel lontano 2015 la rivista scientifica Archives of environmental contamination and toxicology che da anni si occupa di salute ambientale e effetti dei contaminanti sull’ambiente, pubblicò uno studio relativo a queste sostanze chimiche stilando i vari effetti e gli impatti negativi sull’ecosistema marino confermando la loro tossicità.

“Le sostanze chimiche hanno una serie di effetti sul corallo, tra cui la mortalità nello sviluppo del corallo, lo sbiancamento del corallo e danni genetici al corallo e ad altri organismi. Ha anche scoperto che entrambe le sostanze chimiche (oxybenzone e octinoxate,) possono indurre la femminilizzazione nei pesci maschi adulti e aumentare le malattie riproduttive nelle creature dai ricci di mare ai pesci pappagallo e specie di mammiferi simili alla foca monaca hawaiana. Le sostanze chimiche possono anche indurre cambiamenti comportamentali neurologici nei pesci e avere un possibile impatto sulle numerose specie in via di estinzione che si trovano nelle acque delle Hawaii, comprese le tartarughe marine.” (estratto articolo: Hawaii becomes first US state to ban sunscreens harmful to coral reefs – The theguardian.com)

🏝️Il primo passo concreto è stato fatto nel 2021, alla luce di quanto scoperto dopo anni di studi e ricerche, quando le Hawaii, le paradisiache isole americane hanno vietato la vendita e l’uso di prodotti solari contenenti oxybenzone e octinoxate, con il tentativo di salvaguardare e preservare la biodiversità del proprio ambiente marino. L’esclusione in formulazione di queste sostanze dannose, sul modello Hawaiano, sono solo un primo piccolissimo passo verso la formulazione di prodotti che sia realmente con impatto ambientale contenuto. Come sostiene Cinzia Corinaldesi, biologa top experts mondiali in “Oceans and Seas” (Expertscape),

🏝️🧍🏼Per fortuna i filtri chimici non sono l’unica soluzione valida, ma esistono valide, per non dire migliori alternative per la protezione della nostra pelle dai danni UV: i filtri fisici. Filtri che vengono estratti da sostanze presenti in natura, quindi di origine vegetale che risultano essere più sicuri, efficaci e decisamente meno impattanti sull’ambiente.

Hai letto il precedente articolo che tratta di cosmesi solare? Clicca qui

In conclusione, è necessario quindi compiere una “transazione ecologica” anche in questo campo verso prodotti altamente biodegradabili, formulati con ingredienti di origine naturale, vegetale in modo da ridurre il più possibile l’impatto ambientale e di conseguenza l’impatto sulla nostra salute. Se è sicuro per te è sicuro anche per l’ambiente! Pensaci!

sitografia fonti:

Toxicopathological Effects of the Sunscreen UV Filter, Oxybenzone (Benzophenone-3), on Coral Planulae and Cultured Primary Cells and Its Environmental Contamination in Hawaii and the U.S. Virgin Islands

digital.teknoscienze.com/beauty_horizons

Theguardian.com

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